Le dimissioni del capo degli editoriali del Washington Post David Shipley è solo l’ultimo di una striscia di eventi che hanno interessato nelle ultime settimane il famoso quotidiano di Jeff Bezos, il magnate di Amazon. Il primo fatto risale alla campagna elettorale delle ultime presidenziali. Bezos proibì l’endorsement alla candidata democratica Harris; il secondo è stato la censura su una vignetta satirica su Bezos e Trump; poi c’è stato il cambio dello slogan storico del quotidiano, ‘la democrazia muore nell’oscurità’ sostituito con un pirotecnico ‘un racconto avvincente per tutta l’America’. Per non parlare poi delle molte storiche firme del giornale che hanno scelto di cambiare casa. Senza voler fare nessun parallelismo, ma sembra di rivedere quello che è successo alla Rai negli ultimi tempi, la grande fuga dei calibri da novanta, come Fazio, Augias, Amadeus e altri ancora. È questa la misura delle nuove democrazie?
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